Laura Mazzucco: biorepository aziendale, patrimonio aziendale in costante crescita

I lavori di ristrutturazione dei locali al primo piano nel corpo storico dell’ospedale di Alessandria, che iniziano in questi giorni, si concluderanno entro il mese di luglio (270.000 euro di investimento complessivo, compresi gli arredi) e poi sarà operativa la nuova ‘AlessandriaBiobank’ in cui confluiranno la Banca Biologica del Mesotelioma e il Biorepository. 

Gli spazi ospiteranno i congelatori per la conservazione (fino a -80 gradi) del materiale biologico, un’area dedicata alla preparazione dei campioni e uno spazio per l’attività organizzativa e amministrativa. La ‘AlessandriaBiobank’, intitolata a Pier Giacomo Betta, primario di Anatomia Patologia (deceduto nel 2015) che nel 1989 ebbe l’idea di creare la Banca Biologica del Mesotelioma, è uno strumento grazie al quale l’azienda ospedaliera di Alessandria è entrata a pieno titolo delle reti nazionali e internazionali di ricerca, come ricorda Roberta Libener, dirigente biologa del Centro Raccolta Materiale Biologico – Infrastruttura Ricerca Formazione Innovazione che fa capo al Dipartimento Attività Integrate Ricerca Innovazione, diretto da Antonio Maconi, che ha iniziato a lavorare in Anatomia patologica ha seguito la nascita e l'evoluzione della Biobanca biologica del mesotelioma e della ricerca collegata alla patologia.

Il Centro di Raccolta Materiali Biologici non si occupa solo di mesotelioma, ma anche di altri campioni biologici che progressivamente stanno arricchendo la biorepository aziendale, un altro patrimonio aziendale in costante crescita, spiega Laura Mazzucco, dirigente biologo, responsabile dell’Emoteca e del Laboratorio di Medicina rigenerativa della struttura complessa di Medicina trasfusionale diretta da Roberto Guaschino. «I primi campioni della Biorepository - racconta Laura Mazzucco - provengono dall’Ematologia e risalgono alla fine degli anni Novanta, inizio Duemila. Erano catalogati per tipologia patologica e stoccati in parte per essere utilizzati nel percorso diagnostico del paziente, oltre che per la conservazione come quelli del mesotelioma. Nel 2016 la biorepository è stata strutturata per raccogliere campioni biologici anche da altri reparti ospedalieri, compreso l’ospedale infantile. Sono usati per diagnosi, ricerca e anche per accedere a successive indagini cliniche di laboratorio». Oggi i campioni (sangue, tessuti da biopsie, liquor cerebrospinale, bulbi piliferi e altri materiali biologici) sono circa cinquemila, conservati in congelatori con temperature da -20 fino a -80 e in azoto liquido.

Raccolti e processati secondo i più avanzati protocolli di integrità e conservazione, i campioni «sono utilizzati per lo sviluppo di strategie profilattiche e terapeutiche. Grazie ai nuovi spazi della ‘AlessandriaBiobank’ avremo a disposizione ambienti idonei per la lavorazione dei campioni e le attività saranno sempre più qualificanti per il futuro dell’azienda nel campo della ricerca». La sinergia con i reparti ospedalieri farà aumentare il materiale a disposizione, come dimostra il progetto di una biobanca per tumore della mammella.