Patologie ambientali

La linea di ricerca sulle patologie ambientali recepisce le esigenze del territorio di creare all’interno del presidio sanitario un’area specializzata sulle patologie di origine ambientale. Sempre più si va chiarendo che i nuovi problemi ambientali che emergono sono strettamente connessi a problematiche sanitarie. Secondo l’OMS oggi nel mondo i decessi dovuti a patologie correlate all’ambiente rappresentano il 24% del totale e per quanto riguarda l’Italia, i dati indicano che la percentuale del carico delle malattie attribuibili a cause ambientali è del 14%, per un totale di 91.000 morti all’anno, di cui 8.400 per inquinamento atmosferico. Un approccio multidisciplinare della ricerca sanitaria è quindi imprescindibile, un approccio One Health, che tenga conto del fatto che sono molti i benefici che la salubrità dell’ambiente porta alla nostra salute. La complessità di lavorare sulla salute umana, senza disgiungerla da quella animale e ambientale, riaffermano come sia una priorità investire sulla ricerca biomedica e sanitaria pubblica.
Nell’ambito delle patologie ambientali, in particolare delle malattie infettive e delle zoonosi, è ormai indispensabile nella cura delle infezioni una gestione coordinata e multidisciplinare della terapia antimicrobica, sia per raggiungere risultati clinici ottimali, sia per ridurre al minimo la tossicità e i potenziali eventi avversi correlati ai farmaci, i costi sanitari, la durata della degenza e per limitare la selezione di ceppi resistenti agli antimicrobici.
Il prerequisito fondamentale per sviluppare azioni di mitigazione dell’impatto ambientale sull’ecosistema microbico, sia a livello locale che regionale o nazionale è rappresentato dallo studio sistematico e coordinato degli aspetti elencati in contesto di ricerca e studio della genetica dei microrganismi, delle loro mutazioni e dell’impatto sull’ambiente.

Sperimentazioni